L'arte che nell'antichità raggiunse a Bisanzio il massimo fulgore, che in Italia primeggio in Toscana nel 1300 e che per tutto il 1500 rimase all'apice della preziosità e ricercatezza per quanto riguarda l'espressione figurativa e manifatturiera, è oggi per lo più relegata nell'ambito dell'oreficeria, responsabili delle diverse colorazioni.
Di norma i metalli sui quali sono fusi gli smalti sono l'oro, l'argento, il rame e l'acciaio inossidabile.
Dopo la fusione a 1000-1800 gradi, la massa è fatta raffreddare. Quindi frantumata in piccoli pezzi, poi macinata e ridotta fino a ridurla o come lo zucchero se per smalti trasparenti o polverulenta se per smalti coprenti, tenendo presente che l'ulteriore differenziazione presentano quelli traslucidi attraverso i quali passa poca luce, e opali che la lasciano passare in maniera variabile.

Le tecniche:

Champlevé
Richiede l'abbassamento dello spessore metallico con bulini, scalpelli e acidi. Molto utilizzata da romani e celti fu in seguito perfezionata dalla scuola Mosana, Reenana e di Limoges.

Cloisonné
Prediletta dai Bizantini, consiste nel decorare un oggetto piatto tracciando un disegno con lamelle metalliche che formano alveoli (in francese cloisons) dentro i quali viene steso lo smalto. capolavoro indiscusso di questa tecnica è la pala d'oro di San Marco a Venezia.

Basse-Taille
Lo smalto traslucido va applicato su una superficie metallica scolpita o incisa a rilievo: i colori risultano più scuri dove è più profondo l'intaglio.
tale tecnica prevalse a Parigi nel 1300 contemporaneamente all'Italia che la chiamò "lavoro a basso rilievo" e che ebbe il suo esemplare nel 1292 ad opera di Guccio di Mannaia.

En ronde bosse
La copertura di smalti coprenti e lucidi su figure a tutto tondo come nella famosa saliera di Francesco 1° eseguita de Benvenuto Cellini nel 1553

Smalto dipinto
Qui l'oggetto viene ricoperto da uno strato di smalto bianco e dopo la cottura normale (860-880 gradi) gli si applica il disegno a colori.
Una variante è la pittura a grisaille: si ottiene con una successiva ricottura a piccolo fuoco (400-420 gradi). Sono tecniche denominate a "à nuit" poiché la luce è bloccata dal fondo metallico.

Email a jour o smalto a giorno
Trattasi d'una variante del cloisonné, ma senza il metallo da base: riproduce quindi l'effetto di una vetrata. Diffusa nel X e XI secolo, sopravvive in persia, Russia e pure in Norvegia. E' estremamente fragile.

 
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